L’attacco hacker è stato rivendicato nel pomeriggio di ieri 07/05/2019 da Anonymous Italia e avrebbe colpito anche l’account del primo cittadino di Roma, Virginia Raggi. I criminali informatici hanno infatti postato sul proprio blog delle schermate che conterrebbero email ricevute dal sindaco della Capitale.

Al momento non è ancora stato aperto in Procura un fascicolo, anche se il reparto della polizia postale dedicato Il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche (Cnaipic), sta acquisendo informazioni utili proprio per una futura inchiesta.

Antonino Galletti, vicepresidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, ha commentato l’accaduto come “una gravissima violazione non solo della privacy degli iscritti e dell’integrità dell’Istituzione forense, ma anche una violazione penalmente rilevante di un diritto costituzionalmente garantito, quale quello dell’inviolabilità della corrispondenza” aggiungendo che gli addetti dell’azienda che si occupa dell’infrastruttura tecnologica dell’Ordine degli avvocati di Roma “sono al lavoro insieme ai funzionari della polizia postale per verificare l’entità del danno e chiudere la falla“ concludendo che secondo gli esperti “le caselle di posta violate sono quelle i cui titolari non hanno cambiato la password iniziale assegnata dal fornitore” e che “Tutti i responsabili saranno naturalmente denunciati all’autorità giudiziaria”.

Dalla Polizia Postale informano che “Non abbiamo ancora ricevuto denunce, siamo in una fase iniziale di controllo. Anonymous ha pubblicato documenti, stiamo facendo accertamenti per vedere cosa è stato pubblicato, che tipo di documentazione è, se è vecchia o recente. Stiamo seguendo la situazione” e aggiunge che “Vedremo chi farà denuncia per ora dobbiamo perimetrare e parametrare la situazione, capire cosa è successo: stiamo mettendoci in contatto con le persone coinvolte per capire cosa è stato esfiltrato”.

Per quanto riguarda il coinvolgimento nella violazione di personaggi di spicco il portavoce della Polizia Postale spiega che “È l’ordine degli avvocati, sicuramente è un database da cui emergeranno nomi di un certo rilievo, bisogna vedere se corrispondono e valutare anche tante possibili omonimie. Ancora è presto per fare un bilancio”.

Fonte: https://blog.eset.it/2019/05/violati-30000-account-di-posta-elettronica-certificata-di-avvocati-iscritti-allordine-di-roma/